L’OCSE, (in concordanza l’ONU con la risoluzione
1952 del 2010), ha sottoscritto una serie di linee guida che, con i
supplementi sullo stagno, il tantalio e il tungsteno e sull’oro, richiede
un principio di diligenza affinché il commercio di tali minerali favorisca
la pace e lo sviluppo e non i conflitti.
In Europa, invece, il Regolamento UE 821/2017 (in vigore dal prossimo 1° Gennaio 2021) si pone come base normativa europea per il dovere di diligenza sull’approvvigionamento dei minerali in zone di conflitto. L’obbiettivo è quello di istituire un “sistema dell’unione” sul dovere di approvvigionamento e ridurre la possibilità per gruppi armati e forze di sicurezza di praticare il commercio illegale di tali materiali.
Tali normative
sottolineano il dovere di diligenza di tutte quelle imprese che fanno parte
della catena di approvvigionamento delle risorse minerarie, con l’obbiettivo di
incoraggiare le imprese, tramite verifica preliminare, che le loro attività
commerciali non siano da supporto per gruppi criminali in grado di alimentare
conflitti e riuscire a limitare il finanziamento di gruppi armati,
auspicando che le imprese a monte procurino risorse naturali in modo
trasparente e responsabile non danneggiando l’economia locale e garantendo
trasparenza e sicurezza.
Desideriamo pertanto
rendere pubblico questo nostro impegno con la speranza che nel lungo termine
porti al raggiungimento di una maggiore diligenza e rispetto nel mondo
dell’industria.
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