L’industria automobilistica (automative) comprende una vasta gamma di aziende e organizzazioni coinvolte in produzione finale di autoveicoli, beni e servizi B2B, fornitori di materie prime, componentistica, accessori, servizi di trasporto, distribuzione commerciale, macchinari e impianti, progettazione, sviluppo, produzione marketing e vendita di veicoli e relativi componenti, a motore ecc. Il temine “automative” deriva dal greco auto (auto) e motivus (movimento) per rappresentare qualsiasi forma di veicolo ad alimentazione autonoma. Germania e Giappone sono i due paesi che, rispecchiano il pilastro della industria automobilistica mondiale. Gli autoveicoli rappresentano un elemento chiave nei flussi commerciali italiani sia in import che export.
Non è
facile risalire esattamente al momento dell’invenzione del primo mezzo di
traporto, quel che è certo è che nel 1876, Nikolaus August Otto inventò il
primo motore a combustione interna a quattro tempi. Per decenni gli
Stati Uniti hanno rappresentato la produzione globale degli autoveicoli:
un’auto ogni 4,87 persone. Nel 1894 Enrico Bernardi realizzò il suo veicolo
a motore a benzina, prodotto dalla Mari & Giusti, prima
fabbrica di automobili italiana, ad inizio ‘900 divenne consulente
tecnico per la FIAT. Nel 1913 di pari passo alla vittoria del motore a
benzina e motore di avviamento elettrico, Henry Ford introdusse
nella sua azienda la catena di montaggio e nastro trasportatore. Iniziò
così la produzione di massa di autovetture, alla portata dei ceti meno
abbienti, un periodo definito dispregiativamente dagli operai “fordismo”.
Nel Dopoguerra, lo smantellamento parziale dell’industria di guerra, ed il boom
economico favorirono la diffusione massiccia di questo mezzo.
Dal
2017 è iniziato un processo di sviluppo economico legato all’industria 4.0: un sistema legato alla
sostenibilità ambientale ed allo sviluppo di smart city. Al 2017 la
filiera “automative” rispecchiava il 5,6% del PIL. Un settore in
continua crescita equivalente al 4,6% del commercio mondiale. Il Bel
paese si è classificato, nel 2017, 14° come esportatore mondiale di auto,
concentrato principalmente su fasce alte e medio-alte (il traino del paese).
Quasi la metà dell’export italiano di componentistica per autoveicoli si dirige
verso Francia Spagna, Gran Bretagna e Germania, i restanti mercati sono
ricoperti principalmente da Turchia, Stati Unii, Polonia e Repubblica Ceca.
Il
settore “automative” è stato fortemente colpito nell’ultimo anno, uno dei settori più sviluppati in
Italia e proprio perché molto legato anche all’esportazione ha perso circa
il 50% del fatturato nel 2020.
La
componentistica nel mondo dell’“automative” è fondamentale per il settore e Facom rientra tra
i fornitori del settore.
Come disse il filosofo del XIII secolo Roger Bacon: “Un giorno si sarà in grado di costruire carri
in grado di muoversi e di conservare il loro movimento senza
essere spinti o tirati da alcun animale” e Facom è fiera di far parte di quel processo che
continua a far sì che il mondo della locomozione si sviluppi e migliori nel
tempo.
Commenti
Posta un commento
Diteci la vostra