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L’impegno di Facom per il rispetto della normativa sui “Conflict minerals”: il Regolamento Europeo 821/2017

Negli ultimi anni è iniziato un processo di sensibilizzazione, a livello internazionale, inerente la tematica dei “conflict minerals” ossia i minerali provenienti da zone di conflitto, nello specifico materiali di estrazione e lavorazione provenienti dalla Repubblica del Congo (RDC) e le così dette “covered countries” (regioni confinanti). Nel 2010 viene approvato il primo regolamento con valore internazionale: il “Dodd Frank Act”: una normativa studiata ed elaborata dal Congresso degli Stati Uniti con la finalità di sensibilizzare le aziende ed iniziare un vero e proprio processo di regolamentazione del sistema su queste tematiche. Nel 2015 esce il documento contenente le linee guida OCSE intitolato “Due diligence guidance for responsible supply chain” mentre, nel 2017, a seguito di lunghi dibattiti, nasce la prima normativa europea, su falsa riga del Dodd Frank e delle linee guida OCSE: il Regolamento UE 821/2017. Tali normative sottolineano il dovere di diligenza di tutte quelle imprese che fanno parte della catena di approvvigionamento delle risorse minerarie, nello specifico oro, tantalio, tungsteno e stagno. Il dovere di diligenza nasce con l’obbiettivo di incoraggiare le imprese, tramite verifica preliminare, a non trasformare le proprie attività commerciali a supporto di gruppi criminali in grado di alimentare conflitti e limitare il finanziamento di gruppi armati, auspicando che le imprese a monte procurino risorse naturali in modo trasparente e responsabile non danneggiando l’economia locale.

La nostra Azienda ha provveduto a mettere in atto gli adempimenti richiesti dal Regolamento UE n. 821/2017 e Raccomandazione UE n. 1149/2018 in merito all’approvvigionamento responsabile dei minerali.

Desideriamo pertanto rendere pubblico questo nostro impegno con la speranza che nel lungo termine porti al raggiungimento di una maggiore diligenza e rispetto nel mondo dell’industria.

 

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